[PBF - MVN] - Capitolo 2: NewYork, il rosso e il nero

"Signori..." Kensington guarda i tre dopo che hanno parlato, appoggiando le mani sulla scrivania. L'espressione è stanca, ma negli occhi brilla una determinazione che si fa via via più solida. "... piacerebbe anche a me non coinvolgervi e lasciare tutto in mano alle autorità, ma credo che questo non sarà facile. Non credo che le autorità vogliano riaprire un caso ormai chiuso, come il caso Carlyle o sentir parlare di sette, omicidi rituali e altro. Comunque sia l'omicidio di Jackson non deve restare impunito: chiunque sia il responsabile ultimo deve pagare.. e deve essere assicurato alla giustizia. Non sono nella posizione di pretendere qualcosa, quindi vi chiedo solamente: volete aiutarmi a far luce su questo mistero?" li guarda a turno, poi apre un cassetto. "La prospero Press non è certo una casa editrice ricchissima, ma Jackson non era solo un bravo scrittore: era anche un amico." Dal cassetto estrae un mucchietto di banconote che mette sulla scrivania. "Sono tremila dollari, mille a testa e dovrebbero esser sufficienti per iniziare le ricerche. Se accettate e avrete bisogno di altro denaro, vedrò di procurarmelo." inspira poi si rivolge a Sarah. "Il permesso per visionare questi libri, se esistono, lo dovrete chiedere ad Erica Carlyle. E' lei che vive nella tenuta Carlyle ed è lei che ha preso nelle mani le redini delle finanze della famiglia, dopo la morte del fratello...Posso darvi l'indirizzo se serve... " controlla per qualche istante nello schedario "Ecco qua" dopo qualche istante "Contea di Westchester, non potete sbagliare." fornisce loro un biglietto con l'indirizzo completo, poi li guarda. "So bene di non avere il diritto di chiedervi nulla e so anche che avete rischiato molto, ma non posso che rivolgermi a voi... " li guarda ancora "mi aiuterete?"

Sarah conta mentalmente fino a dieci prima di rispondere, imponendosi di non dare una risposta affrettata.
"La mia agenzia l'aiuterà signor Kesington." Dice con voce che sembrare professionale e sicura ma è certissima che da essa traspare la sua emozione. Spera soltanto che la interpretino come commozione alle parole di Kesington.

Don Ryan osserva l'investigatrice, fessurando appena gli occhi, mentre passa una mano sulla sua croce, lentamente, quasi e sentirne meglio il peso e la protezione sul corpo.
"Non sono un inquisitore, signori... - dice, guardando l'editore, prima, e la O'Connel, poi - e non sono neppure un eroe di guerra, anche se laggiù ne ho viste troppe. Però... credo che la Provvidenza agisca in ogni nostra ora e ci guida verso la via che il Signore ha scelto per noi. Sta a noi accettare questo Progetto o rifiutarlo... ma io ho fiducia, ho Fede, soprattutto."
Parla con tono sicuro, ricordando quando scelse di entrare in Seminario, quando si arruolò nell'esercito, quando accettò la partenza per il Vecchio Continente in fiamme... ogni volta che era stato sul ciglio, aveva scelto di proseguire lungo la via che la sua fede gli indicava e, questa volta, non vedeva diversità.

Guarda gli altri.. valuta la situazione ed annuisce <ha la mia disponibilità ovviamente, tengo anche io a far luce sui fatti accaduti, dovremo conoscere tutti ogni dettaglio per porter unire gli sforzi ed avere un risultato> fa una piccola smorfia muovendosi sulla sedia, l'espressione è pero' determinata. Li osserva come se valutasse l'opportunità di parlare di altro, le labbra si schiudono ma poi le rihiude senza aggiungere altro, pensa qualche istante.. poi riprende a parlare.. <da dove iniziamo? Una volta che abbiamo esaminato tutto potrei andare in biblioteca a cercare i testi di cui si parla nei documenti ritrovati da Elias> tace lasciando scorrere lo sguardo da uno all'altro

"quindi cosa suggerite di fare? io andrei in biblioteca a cercare di trovare qualche informazione in piu' sulla setta magari una telefonata alla bibliotecaria che ha detto che i testi non erano disponibili per sapere cosa cercasse Elias non sarebbe male.. nulla in contrario se chiamiamo da qui signor Jonah?" Helen guarda Kensington in attesa e cerca la lettera per avere i dati a disposizione

Kensington guarda la ragazza. "Nessun problema, miss O' Connell" girando il telefono e porgendolo verso di lei "Tutta la redazione è a vostra disposizione. Io, personalmente sono stanco dopo la giornata di oggi.." sospira. "andrò a riposare nella mia abitazione che è al piano di sopra. Per qualsiasi cosa che vi possa servire non fatevi problemi a svegliarmi" li guarda "Se uscite chiudete la porta. Non servono le chiavi" li guarda in attesa.

Sarah guarda Helen poi Kesington: "La ringrazio per la disponibilità signor Kesington, stia sicuro che faremo di tutto per risolvere questa faccenda." Sorride cercando di dare un tono rassicurante alla sua voce poi si rivolge a Helen. "Nella mia agenzia ci sono diversi testi riguardanti queste sette, abbiamo svolto diverse indagini su situazioni simili, posso telefonare alla mia segretaria e chiederle di portarci qui i libri oppure passare io in agenzia a controllarli." Stringe le spalle mentre mentalmente valuta l'orario e se ci sia la possibilità di trovare la segretaria ancora al lavoro, poi guarda gli altri due. "E parlerei con i Carlyle per avere accesso a quella cassaforte e a quello che ci si trova dentro." Sorride infine mentre l'eccitazione di iniziare l'indagine le fa brillare gli occhi.

Ryan annuisce all'editore "si, il riposo è senza dubbio necessario. SE avremo delle necessità, glielo faremo sapere. E la ringraziamo per la sua collaborazione".
Il tono è calmo, pacato, poi lo sguardo passa alle due donne.
"Direi che abbiamo diversi indizi, ma partirei dalla lettura degli appunti e dal quel libro..."

16/08/2007 09.34:

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Sarah guarda Helen poi Kesington: "La ringrazio per la disponibilità signor Kesington, stia sicuro che faremo di tutto per risolvere questa faccenda." Sorride cercando di dare un tono rassicurante alla sua voce poi si rivolge a Helen. "Nella mia agenzia ci sono diversi testi riguardanti queste sette, abbiamo svolto diverse indagini su situazioni simili, posso telefonare alla mia segretaria e chiederle di portarci qui i libri oppure passare io in agenzia a controllarli." Stringe le spalle mentre mentalmente valuta l'orario e se ci sia la possibilità di trovare la segretaria ancora al lavoro, poi guarda gli altri due. "E parlerei con i Carlyle per avere accesso a quella cassaforte e a quello che ci si trova dentro." Sorride infine mentre l'eccitazione di iniziare l'indagine le fa brillare gli occhi.

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"Benissimo" annuisce all'investigatrice con aria interessata alla sua proposta "sentiamo dalla signora Artwhight cosa voleva Elias.."prende il telefono e chiama il centralino per farsi passare la Bibliotecaria di Harward, non appena l'operatrie risponde chiede della signora Artwigt e resta in attesa osservando gli altri nella sala

La centralinista dopo poco effettua il collegamento. Il telefono fa due squilli quindi si sente una voce femminile, un po' acuta e nasale che parla: "Libreria dell'Università di Harward - piccola pausa - Sono la dottoressa - calca sul titolo con evidente puntiglio ed orgoglio - Miriam Atwright.." attende

"Dottoressa Artwight, mi scusi se la disturbo ma avrei necessità di un aiuto da parte sua" Helen parla con la donna con tono cortese cercadno di trovare il modo giusto per convincerla a fornirle l'informazione "Sono un'amica del Signor Jackson Elias, Helen O'Connell, ho la sua risposta sottomano e dovrei cercare i libri che le aveva chiesto, mi potrebbe formnire qualche indicazione? magari riesco a trovarli anche a New York vorrei fare un tentativo se fosse così gentile da formirmi i titoli . "aspetta trattenendo quasi il fiato in attesa"

Dall'altro capo della cornetta l'aria si fa immediatamente meno professionale, sentendo nominare Elias. "Ah.. Jackson" si sente quasi un sospiro, ora la voce è meno nasale di prima "e dove si trova ora? credevo sarebbe venuto ad Harward presto.. avevamo previsto di incontrarci per - fa una piccola pausa - parlare dei libri che stava cercando" la voce sembra quasi imbarazzata. "Comunque non credo che li troverà facilmente, signorina. Jackson cercava il libro Oscure Sette Africane che è sparito misteriosamente alcuni mesi fa." sospira appena e si percepisce chiaramente quanto la cosa la secchi, poi l'umore cambia di nuovo e la voce si fa appena più squillante. "Perchè Jackson non è venuto di persona quaggiù? L'ultima volta che ci siamo visti aveva detto che sarebbe capitato a breve..." fa una pausa.

Helen nota il tono della donna immaginando che Jackson avesse sfoderato tutte le sue armi per farsi trovare i libri.. fa un'espressione eloquente e prosegue a parlare restando sul vago <non so cosa stia facendo il Signor Elias> calcando sulle ultime due parole per dare distacco ai rapporti fra loro <ma mi ha chiesto di farmi dire da lei quali possano essere i libri di cui lei gli aveva parlato.. e che si sarebbe sdebitato in seguito per la sua preziosa collaborazione> con una mezza smorfia sul volto che accompagna le parole, il tono di voce sempre estremamente cortese <mi aveva parlato piu' libri., lei non ha altri titoli da consigliarmi? .. sa sono completamente all'oscuro di questa materia Dottoressa Artwight e contavo sulla sua disponibilità e cultura.. >mentre scrive il titolo su un foglietto e lo passa a Sarah per vedere se sia nella sua collezione

Sarah ascolta interessata la telefonata, prendendo alcuni appunti, sta per passare un foglio a Helen in cui le chiede di farsi dare i titoli dei libri quando questa le passa il fogliettino. Battendo ritmicamente con la matita sul taccuino cerca di ricordare se in agenzia ne ha per caso una copia.

Sentendo Helen che lo chiama per cognome il tono della donna, dall'altro capo della cornetta, diventa ancor più cordiale "Sinceramente non ricordo di quali altri libri Jackson mi avesse parlato l'ultima volta.. me ne ricordo un altro però... Sacrifici e riti dell'Africa Nera questo ce l'abbiamo qua ad Harward. E fortunatamente non è andato sparito come l'altro. Non posso inviarvelo per posta, ma potete venire qua a consultarlo."
Sarah si ricorda del libro Oscure Sette Africane perchè viene citato in molti manuali di occultismo. E' un libro molto raro e non si conoscono altre copie oltre a quella che era presente nella libreria di Harward

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Viviamo su una placida isola d'ignoranza in mezzo a neri mari d'infinito e non era previsto che ce ne spingessimo troppo lontano. (The Call Of Cthulhu)

"La ringrazio Dottoressa Artwight, probabilmente verremo a consultare il testo presso la vostra biblioteca nei prossimi giorni
e se le dovesse per caso tornare alla mente qualcosa mi contatti per cortesia sono presso la Prospero Press" finiti i convenevoli con la bibliotecaria riaggancia la cornetta, guarda Sarah e il sacerdote "come ci organizziamo? abbiamo molte piste da battere, magari anche i suoi libri possono tornarci utili" guardando Sarah con aria pensierosa arrotolando una ciocca di capelli intorno all'indice.

Guarda Helen poi padre McGales pensierosa.
"E' facile, in agenzia abbiamo diversi libri riguardanti l'occultismo e le sette, sapete," sorride parlando con tono sicuro, "ci è capitato spesso di seguire casi del genere. Il libro che il signor Elias cercava, per esempio, viene citato in molti delle opere che abbiamo, ce ne era una sola copia che io sappia però." Batte la matita sotto il nome del libro come a evidenziarne l'importanza. "Se a voi non dispiace passerei in agenzia a fare delle ricerche sui libri che ho, o, forse è meglio, andrei ad Harward per consultare gli altri libri di cui il signor Elias aveva fatto richiesta. Ho una certa esperienza in questo genere di cose..." fa una pausa. "il mondo è pieno di pazzi."
Guarda ancora una volta i suoi appunti. "Fra l'altro sentirei anche Erica Carlyle per la cassaforte del signor Carlyle...."

"dunque.. io direi che è meglio se i libri li consultiamo insieme così è piu' veloce" rivolgendosi a Sarah " e poi una volta esaminati possiamo andare anche alla biblioteca di Harward e successivamente vedere cosa ci racconta la signorina Carlyle, dobbiamo dare il meno nell'occhio possibile.. non credo che con quello che è successo quelli della setta abbiano abbassato la guardia, c'è caso che li incrociamo ancora, io passo un attimo dall'albergo a sistemarmi e a cambiarmi d'abito se per lei va bene la raggiungo per darle una mano nella consultazione dei testi che ha in ufficio"

Hellen tace guardando Sarah in attesa della sua opinione

Sarah guarda Helen e sorride: "Ma certo, saremo più veloci se controlliamo in due." Dice in tono sicuro certa che in agenzia ormai non c'è nessuno e non corre alcun rischio che suo padre o qualcuno dei suoi fratelli la scoprano dato che non sono nemmeno in città.

"Allora ci vediamo alla mia agenzia." Sarah sta per alzarsi poi si ferma: "L'indirizzo è questo Everett & Sons, Agenzia investigativa,
Columbus Ave, 3,Manhattan, New York 10029 " Sorride a Helen. "L'aspetto lì."
Saluta i due e si avvia verso l'uscita per tornare in agenzia.